CINEMA TEATRO APOLLO
DA VENERDI 21 NOVEMBRE |
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ORARIO SPETTACOLI GIORNI FERIALI 18-20-22SABATO E DOMENICA16-18-20-22 |
Scheda Film | |||
Titolo | Scusate se esisto! | ||
Nazione | ITALIA | ||
Anno | 2014 | ||
Genere | COMMEDIA | ||
Durata | 106 MIN. | ||
Regia | Un film di Riccardo Milani. | ||
Sito ufficiale | |||
Cast | Con Paola Cortellesi, Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Cesare Bocci | ||
Data di uscita | 20 NOVEMBRE 2014 | ||
Trama | Serena Bruno proviene da un paesino abruzzese, è laureata in architettura con il massimo dei voti, ha un master e conosce molte lingue straniere. Lavora a Londra, dove il suo talento e la sua dedizione sono adeguatamente apprezzati. Ma la nostalgia di casa è tanta, e Serena decide di tornare in Italia: naturalmente a Roma non trova un impiego nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva in Inghilterra, e si arrabatta facendo tre lavori ben al di sotto delle sue capacità e competenze – arredatrice presso il Paradiso della cameretta, designer di cappelle funerarie per ricchi cafoni, e cameriera in un ristorante di lusso. Quest’ultimo in realtà è solo l’escamotage narrativo (parecchio improbabile) per far incontrare a Serena il bellissimo Francesco, proprietario del locale, che si materializza come la visione dell’uomo ideale non solo per la prestanza ma anche per la sensibilità, le buona maniere e la delicatezza. Per farla breve, Francesco è gay, e Serena, che già aveva fatto su di lui sogni romantici, deve “accontentarsi” della sua amicizia. Fino a qui tutto bene, anche dal punto di vista cinematografico: Paola Cortellesi è perfetta nei panni del “cervello di ritorno” adorabilmente fuori luogo, Raoul Bova è “in parte” sia per avvenenza che per garbo, i tempi comici sono veloci e le svolte sufficientemente credibili (a parte il lavoro al ristorante). A questo punto la storia ha una svolta importante, che è quella di far scoprire a Serena l’esistenza del Corviale, obbrobrio urbanistico alla periferia di Roma, e di un bando del Comune per la sua riqualificazione. Dunque Serena prepara un progetto avveniristico e lo sottopone al Comune: ma lo fa usando il suo cognome, di fatto spacciandosi per un uomo. Ora, questa trama è abbondantemente già vista, dalla serie Remington Steele (1982-1987) alla commedia Funny Money (1996), per citare solo due titoli a cavallo fra tv e cinema. Ma il team di sceneggiatori, che comprende Paola Cortellesi, Giulia Calenda e Ivan Cotroneo, la adatta con intelligenza alla realtà italiana, creando anche un perfetto contraltare al personaggio di Serena: Michela, la “donna ombra” del boss (Ennio Fantastichini), interpretata con dolente ironia dalla sempre affidabile Lunetta Savino. Fin qui siamo nell’ambito del gioiellino comico, con attinenza alla realtà e battute gustose. Poi però alla trama, già di per sé ricca e complessa, si aggiunge una sottotrama che riguarda il personaggio di Francesco e che attinge a piene mani da, per citare solo due titoli, Il vizietto e Mine vaganti. Di questa sottotrama non c’era alcun bisogno, e purtroppo trascina il film in due direzioni assai nocive per la sua riuscita: lo “sbraco” farsesco e la riduzione a macchietta di un personaggio, Francesco, fino a quel momento riconoscibile e dignitoso. Sia chiaro: non è il tema dell’omosessualità in sé a decretare questa deriva, ma il modo banale e già visto in cui è trattato. Si nota sulla sceneggiatura la presenza di Cotroneo, autore di prim’ordine ma anche di incontenibile esuberanza: gradualmente la sua influenza si allarga fino a trasformare il film di Riccardo Milani, le cui cifre stilistiche sono la misura e il realismo, in un episodio di Tutti pazzi per amore (di cui troviamo qui un paio di “rifugiati”) o in un Ferzan Ozpetek in sedicesimo (e la presenza di Savino e Fantastichini aumentano l’effetto citazione).Scusate se esisto! poteva essere riuscitissimo e invece “stroppia” e “svisa” perdendo centro e direzione, quando sarebbe stato necessario, registicamente e produttivamente, rimanere saldamente sul pezzo e fidarsi del ritmo comico insito nella storia principale. Quel che è più amaramente ironico è che Scusate se esisto! mette (genialmente) in ridicolo un paese molto più avanti delle sue istituzioni, e tuttavia dimostra scarsa fiducia nella capacità del pubblico di quello stesso paese di riconoscere e amare una commedia veramente innovativa. |