CINEMA TEATRO APOLLO

DA GIOVEDI 11 OTTOBRE
ORARIO SPETTACOLI 17-19-21,15

Scheda Film
 
Titolo

L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva

Nazione USA 2012
Anno 2012
Genere  Animazione,
Durata 94 min. -
Regia Un film di Steve Martino, Mike Thurmeier.
Sito ufficiale
Cast con Nick Frost, Ray Romano, John Leguizamo, Denis Leary, Queen Latifah
Data di uscita   28 settembre 2012
Trama
Il mammut Manny è alle prese con l’adolescenza della figlia Pesca, attratta da amicizie superficiali se non pericolose, quando il ghiaccio sotto le zampe comincia a tremare fino a rompersi. Manny, Diego e Sid, con la compagnia folle di “nonnina” (l’anziana di famiglia che i genitori di Sid gli hanno scaricato prima di abbandonarlo per la seconda volta), si ritrovano alla deriva su un iceberg e vengono attaccati da una ciurma di pirati, capitanata dall’odioso capital Sbudella.
Dopo l’incidente di percorso del terzo tomo, stanco e artificioso, il franchise del bradipo e del mammut, garanzia di felicità per i bambini e soprattutto per il botteghino, torna ad un ottimo livello di tecnica e di racconto, anche se i temi sono davvero sempre quelli: dal diverso che non si deve vergognare di essere tale (Pesca dorme a testa in giù come la madre e gli opossum) alla famiglia più importante, che non è quella del sangue ma quella del cuore.
I pirati svolgono qui lo stesso ruolo che svolge il carrozzone del circo nel capitolo contemporaneo di Madagascar, con ricadute però meno scontate e una buona tenuta di tensione. Ma ciò che più si fa apprezzare in questo Continenti alla deriva è la quantità di battute riuscite e di gag divertenti, da attribuirsi in gran parte al personaggio di nonnina e al suo animale immaginario. Fra le “zolle” narrative, poi, s’inseriscono come di consueto i mini cortometraggi in puro stile slapstick che hanno per protagonista Scrat, all’inseguimento cronico della ghianda che rotola, scivola, s’inabissa o svetta fuori del pianeta. Anch’essi, a questo giro di giostra, sono più curati e fantasiosi: non solo contemplano un intro spassoso, nel quale Scrat è di fatto additato come il responsabile della catastrofe geologica del titolo, ma spesso sono strettamente legati alle “zolle” stesse, anticipandone a loro modo il cuore di ciò che accadrà.
In questa odissea che è il viaggio di Manny verso il ricongiungimento familiare, non mancano le sirene né i buchi di sceneggiatura, ma il film dimostra di saper prendere il buono dal passato senza ripeterne gli errori: anche qui, infatti, è l’introduzione di un nuovo personaggio la linfa che nutre il divertimento maggiore (nel capitolo precedente Buck, il reduce di guerra, qui la vecchia bradipo squinternata con l’asso nella manica), e si ricorre nuovamente, in forma leggera di allusione, ad una storia altra e archetipica (là Moby Dick qui Pinocchio). In definitiva, un viaggio che vale la pena di intraprendere: non deluderà.