CINEMA SALA RAIMONDI
Da VENERDI28.03.2014 |
ORARI SPETTACOLIda venerdi a lunedi16-18 |
Scheda Film | |||
Titolo | Mr. Peabody e Sherman | ||
Nazione | America | ||
Anno | 2014 | ||
Genere | Animazione | ||
Durata | 92 min | ||
Regia | Un film di Rob Minkoff | ||
Sito ufficiale | |||
Cast | |||
Data di uscita | giovedì 13 marzo 2014 | ||
Trama |
Mr. Peabody è un cane eccezionale, dotato di un intelletto superiore si è separato dal branco in tenera età e ha conquistato tutto quel che uno scienziato può conquistare (fino al nobel) oltre ad eccellere nello sport. Sentendosi solo ha però deciso di adottare un bambino e per educarlo ha inventato una macchina del tempo con la quale portarlo di epoca in epoca a vedere la storia con i propri occhi.
Quando però Sherman dovrà andare a scuola si scontrerà con un mondo meno ovattato di quello che ha conosciuto con il suo padre adottivo. Preso in giro per essere figlio di un cane Sherman risponde a violenza con violenza scatenando l’interesse dei servizi sociali che mirano a separarlo dal padre animale. Intanto un incidente con la macchina del tempo li fa viaggiare attraverso diverse epoche fino a causare un paradosso che potrebbe porre fine a tutto il mondo. Fin dallo spunto è evidente quale sia il fine primario di mr. Peabody & Sherman: non certo raccontare una storia davvero coinvolgente (la narrazione è davvero troppo sconclusionata e poco armonica) ma intrattenere ed educare, far passare nozioni storiche attraverso la lente del divertimento e della parodia. Un concetto di intrattenimento intelligente per bambini da anni ’60, decade dalla quale infatti provengono i personaggi, protagonisti all’epoca di una serie per la televisione a puntate, contenuta in uno show tutto di cartoni. L’improbabile storia di Mr. Peabody era un prodotto a modo suo rivoluzionario per la sagacia dei dialoghi, la raffinatezza dell’umorismo e la peculiarietà dei personaggi, uno dei primi a dimostrare che l’animazione può essere più che pupazzi in movimento. Il miracolo di questo primo lungometraggio della coppia è quindi di portare nella modernità un prodotto così vecchio stampo riuscendo a replicarne i punti di forza senza necessariamente adattarlo a quel che oggi si fa al cinema con i cartoni. Mr. Peabody & Sherman è quindi un film che parla ai bambini in maniera differente da come facciano i film contemporanei, li carezza con mano benevola da nonno invece che dargli di gomito come un amico più sveglio, insegna nozioni con sagacia invece che mostrare un modo di pensare adulto e complesso applicato a racconti solo in apparenza triviali. E’ dunque come un elemento di rottura per il cinema d’animazione contemporaneo, tutto bilanciato sui medesimi standard e il medesimo linguaggio, che il film di Minkoff si presenta, volutamente infantile nella storia ma intelligente nell’umorismo e colto nei riferimenti. Nonostante un’animazione non allo stato dell’arte, un 3D abbastanza inutile e un character design derivativo in ogni forma, lo stesso c’è un’unicità affascinante in Mr. Peabody & Sherman che risiede nella maniera in cui ripropone paradigmi che vengono dal passato del linguaggio audiovisivo. Utilizzando come espediente narrativo una moderna sottotrama di accettazione di ogni differenza (un cane che lotta per affermare il proprio diritto ad adottare un bambino, contro le istituzioni che lo vorrebbero in un canile) Minkoff riesce a far passare in un cartoon di una major hollywoodiana gli atteggiamenti più sovversivi e anarchici possibili, tra i quali la parentela cane-uomo e la sua prospettiva ribaltata (“Ogni cane dovrebbe possedere un bambino” è la chiusa di mr. Peabody) sono solo l’elemento più in evidenza. Infatti la parte migliore dell’operazione il modo in cui le istituzioni vengono prese a calci, in primis la scuola, in mano ad un preside pavido e incapace di mettere ordine, e poi i servizi sociali rappresentati da un donnone maligno e prevenuto che si prefigge come unico obiettivo di separare la famiglia felice invece che aiutarla. Del resto anche le epoche storiche visitate sembrano vivere in balia del caos invece che trovare senso con il rigore della ricostruzione scolastica. |